A quasi un mese di distanza dai noti fatti del liceo Michelangiolo di Firenze, può essere interessante rileggere quanto si è sviluppato in seguito.
Un gruppetto di picchiatori fascisti ha accompagnato due studenti di destra a fare un volantinaggio davanti al suddetto liceo.
Alla dovuta reazione degli studenti del “Mike”, che ritengono il fascismo non un’idea ma un crimine e volevano impedire il volantinaggio, sono intervenuti i picchiatori fascisti che, con premeditata violenza, hanno sopraffatto gli studenti del collettivo antifascista della scuola.
Il collettivo del liceo ha subito diffuso la notizia fra tutti i collettivi delle altre scuole fiorentine e i media l’hanno ripresa con il battibecco fra spedizione punitiva fascista o rissa di strada.
Nei fatti la rete degli studenti, con iniziative spontanee, ha saputo dare la giusta evidenza alla gravità del fatto ed in tre giorni è riuscita ad organizzare la manifestazione del 21 febbraio, che con un corteo di 2.000 partecipanti ha circondato la sede dei giovani fascisti fiorentini, nel quartiere di Campo di Marte.
I collettivi studenteschi antifascisti fiorentini utilizzano “Firenze antifascista” come punto di riferimento e coordinamento delle loro attività.
Questa è una aggregazione politica eterogenea, fondata oltre 20 anni fa dagli ultimi partigiani allora viventi e partecipata da quanti ritengono l’antifascismo un tema da praticare con continuità e determinazione sul territorio.
La manifestazione del 21/2 ha visto la presenza di una varietà di soggetti sociali quanto mai ampia e non riscontrata in precedenti occasioni: studenti, genitori, insegnanti, anziani, iscritti o simpatizzanti di partiti democratici, dell’Anpi, Arci, compagni dei centri sociali, delle fabbriche in lotta, etc.
Insomma una chiamata spontanea alla quale ha risposto la Firenze partigiana, che non si accontenta solo delle parole di fede antifascista, ma rilancia il monito alle squadracce circondandole nella loro sede.
A seguito del 21/2 è iniziato il lavoro del recupero di immagine delle istituzioni, con interviste e dichiarazioni teoricamente apprezzabili, ma finalizzate alla ennesima manifestazione-passerella del 5 marzo indetta dalla sedicente sinistra italiana.
Infatti dei 20,30,40 mila partecipanti, quanti ce ne troveremo accanto quando andremo a protestare contro l’apertura della sede di Casa Pound nel quartiere del Pignone, dove nei primi anni del fascismo, i renaioli sistemarono a dovere Giovanni Berta?
Sarà compito degli antifascisti fiorentini non far disperdere il consenso e la varietà dei partecipanti alla manifestazione, perché l’opposizione al fascismo, al capitalismo, al militarismo, ha bisogno di tante donne e uomini, giovani ed anziani, più e meno determinati e non solo di eroi individuali, il cui coraggio e le oppressioni subite da soli non portano ai pur giusti obbiettivi che si propongono.
Ogni pratica di opposizione dovrebbe mirare sempre alla varietà dei contributi nelle assemblee decisionali, per evitare scelte unilaterali che possono ridurre la partecipazione di sinceri antifascisti che, venuti a contatto con le nostre pratiche, hanno bisogno di ulteriori confronti per farle proprie.
Vincenzo Mordini